La riproduzione fedele dei colori. L’indice di resa cromatica & luce LED

di DOMAGIC

    L’indice di resa cromatica è una caratteristica rilevante da considerare al fine di acquistare un’ottima sorgente luminosa, sia essa tradizionale o a LED.
    Abbreviato nell’acronimo CRI (dall’inglese Color Rendering Index), indica la capacità della sorgente in questione di riprodurre nel modo più realistico e naturale le tonalità e le sfumature di colore degli oggetti illuminati.

    Indice di resa cromatica LED

    Le sorgenti luminose artificiali rendono i colori in egual modo rispetto alla radiazione solare?

    Partendo dal presupposto che il sole è la fonte di luce per eccellenza alla quale ispirarsi, l’evoluzione avvenuta nel corso di decenni nel campo illuminotecnico ha permesso di concepire e produrre sorgenti luminose che riflettono i colori, all’occhio umano, il più fedelmente possibile.

    Il LED, per la sua alta capacità di resa cromatica, fa ora da leader fra le varie sorgenti luminose.
    Il parametro CRI (dall’inglese Color Rendering Index) è misurabile con valori in scalda da 0 a 100, dove 100 corrisponde alla massima fedeltà cromatica possibile.
    I LED contrassegnati dal logo UltraCOLOR hanno un’indice di resa cromatica superiore a 90, quindi eccellente.UltraCOLOR LED CRI

    Sono dotati di un Chip LED in grado di esaltare i colori, donare brillantezza e profondità a ciò che illuminerete. Questo è grazie alla innovativa tecnologia UltraCOLOR.

    INDICE DI RESA CROMATICA. TEST E VALORI CON LA LUCE

    L’Autorità Internazionale sulla Luce, l’Illuminazione ed il Colore ovvero la Commission internationale de l’Éclairage (C.I.E.), eseguì nel 1960 un esperimento che consentì di definire questo indice di resa cromatica, basandosi sul diagramma del colore UCS (Uniform Color Space) CIE 1960, caratterizzato da una ampia uniformità cromatica.
    Nell’esperimento la C.I.E. definì delle sorgenti campione, 8 piastrine di colori caratterizzate da una saturazione non elevata e da una luminanza specifica.

    8 piastrine CRI

    In aggiunta vennero considerate altre 6 piastrine di riferimento di cui 4 caratterizzate da un’elevata saturazione e 2 rappresentanti un color carnagione caucasica e un verde foglia.
    6 piastrine CIE
    Prendendo come riferimento una lampada fluorescente standard di CRI 50 e procedendo poi alla valutazione degli scostamenti cromatici per ciascuna piastrina, si ottenne e ufficializzò il parametro di resa cromatica esprimibile in valori da 0 a 100.

    La norma vigente UNI EN 12464 del 2004 consultabile qui (LINK), definisce al punto 4.6.2. con le seguenti parole, la “Resa del colore”:

    Per la prestazione visiva e la sensazione di comfort e di benessere è importante che

    nell’ambiente i colori degli oggetti e della pelle umana siano resi in modo naturale, corretto

    e che facciano apparire le persone attraenti e in buona salute.

    Si leggono poi, al punto 5.3, i requisiti di illuminazione per interni, compiti e attività con i relativi livelli di  illuminamento medio (Em), l’indice unificato di abbagliamento (UGR) e l’indice di resa cromatica (CRI o Ra).
    Quest’ultimo è quello che a noi interessa e, per semplicità, ho riassunto nel seguente elenco i valori da rispettare in base al luogo di applicazione delle lampade (rimando al documento consultabile per intero se si volesse approfondire):

    • Ra ≥ 90, per ospedali, musei, studi medici, abitazioni…
    • Ra compreso tra 80 e 89, per scuole, uffici, teatri, industrie tessili…
    • Ra compreso tra 60 e 79, per corridoi, scale ascensori, palestre…
    • Ra compreso tra 40 e 59, per interni industriali, officine, magazzini…
    • Ra compreso tra 20 e 39, per parcheggi, banchine, cantieri, aree di carico e scarico…

    L’immagine sottostante può fornire un chiaro esempio di come la luce può influenzare il soggetto illuminato: ecco come appaiono delle fragole sotto due sorgenti luminose con differenti CRI.

    CRI esempio fragole

    VARIABILI E LIMITI DEL SISTEMA CRI

    A questo punto appare chiaramente come la resa cromatica delle sorgenti luminose sia in grado di condizionare inconsapevolmente la nostra vita quotidiana. Ora che sai cos’è penserai a come un oggetto che porti spesso con te (la borsa, le chiavi, un cappello o quant’altro) si presenta ai tuoi occhi con tonalità differenti di colore in base alla luce a cui lo sottoponi.
    Quel rosso vivido della cover per il tuo smartphone che ti ha conquistato in negozio, risulterà diverso se visto alla luce del tuo soggiorno o ancora se visto sotto i raggi del sole.
    Ti è mai capitato di vedere pantaloni o maglie in un negozio apparirti di diverso colore semplicemente portandoli dal salone al camerino?
    Sono mutati durante i 10 metri che hai percorso per arrivare alla cabina? No, probabilmente sono cambiate le sorgenti luminose e conseguentemente anche la loro resa cromatica.
    Questo aspetto può quindi incidere in modo significativo sull’esito di un acquisto e sull’esperienza cliente complessiva: da queste semplici ma fondamentali considerazioni capiamo l’importanza della capacità di una sorgente luminosa di riprodurre fedelmente i colori.

    Fondamentale è sottolineare l’esistenza di un altro fattore del mondo illuminotecnico, la temperatura di colore (CCT), parametro che si misura in gradi kelvin e che non deve esser confuso con la resa cromatica. La temperatura di colore riguarda l’apparenza del colore di una luce più o meno calda (1800-2000K) o più o meno fredda (5000-6500K). Questo parametro verrà approfondito in un articolo dedicato.
    Puntualizziamo comunque che due sorgenti con la stessa temperatura di colore possono avere 2 CRI differenti e che ai fini di un accurato test vanno paragonate due sorgenti aventi medesima temperatura di colore e posizionate alla stessa distanza rispetto all’oggetto da illuminare.

    Quando si parla di indice di resa cromatica o ci si riferisce a quello dichiarato dal produttore della sorgente luminosa, bisogna sempre tenere conto che esso è la media tra le risposte della sorgente rispetto alle varie piastrine campione del test C.I.E.: questo spiega il perché l’indice medio non valga in egual misura per tutti i colori.

    L’indice di resa cromatica calcolato con i metodi sopra indicati ci da sempre una lettura semplificata della variazione cromatica e non tiene conto della direzione nella quale avviene lo scostamento di colore.

    PER CONCLUDERE…

    La percezione del colore non è né assoluta né oggettiva e non ci consente di calcolare con accurata precisione e fedeltà un parametro che esprime qualcosa di così delicato, elegante e naturale.
    Scendono in campo altri fattori fondamentali come la soggettività dell’individuo nel percepire i colori (il rosso che vedo io non è lo stesso rosso che vedi tu) e la sorgente luminosa utilizzata per illuminare l’oggetto in esame.
    Questo ci fa capire come l’indice di resa cromatica sia un parametro che dovrà mutare nel tempo e che dovrà adattarsi alle nuove tecnologie e scoperte che avverranno in campo illuminotecnico.
    Ad ogni modo, formule e grafici “oggettivi” di sicuro ci vengono in aiuto per consentire a chiunque di orientarsi e poter valutare la qualità dei prodotti in commercio.

    Vorrei concludere dicendo che se la matematica non è un opinione, la luce sì.
    La luce racchiude tutto ciò che per noi è visibile, racchiude tutti i colori nella loro più ampia sfumatura di frequenze ed armonici, è quindi troppo legata al gusto personale e al concetto di bellezza di ciascuno per essere espressa e definita in formule matematiche.

    Tu cosa ne pensi della luce e della sua influenza sui colori che ci circondano?
    Faccelo sapere nei commenti qui sotto.

    La riproduzione fedele dei colori. L’indice di resa cromatica & luce LED ultima modifica: 2017-04-12T16:23:12+02:00 da DOMAGIC

Lascia un Commento

Devi essere loggato per poter commentare.